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Il valore simbolico del pozzo

(tratto da S. Bittasi, Lectio su Giacobbe ed Esaù, Quaderni di Villa san Giuseppe 10, Bologna 2006, 106-107)

L’ambiente culturale  invece propone tutta una serie di simboli nell’incontro tra l’uomo e la donna, che invece sono molto collocati culturalmente: per esempio gli incontri al pozzo. Io non so quanti di voi si siano incontrati al pozzo, però se ci pensate non è lontanissima l’epoca in cui, forse non il pozzo, ma la piazza, la strada, il camminare, il guardarsi dalla finestra rappresentavano degli elementi significativi e ricorrenti. Questo perché stiamo parlando di una cultura in cui maschietti e femminucce vivevano mediamente separati e non è che avessero moltissime relazioni pubbliche comuni. Le femminucce non sposate non è che potevano liberamente parlare con i maschietti come se niente fosse, ciò accade anche nella cultura semitica di oggi, specie nella cultura islamica, ma senza arrivare a pensare ai burka o a particolari linee più integraliste della cultura islamica odierna.

Non è così ovvio che un uomo abbia delle relazioni di conoscenza con una donna, questo ci dice qualcosa di importante anche su quello che poi significa innamorarsi, avere delle relazioni in base alle quali ci si conosce, ecc. Basta andare all’epoca dei nostri nonni e già vediamo che non è che le persone si sposassero dopo grandi periodi di fidanzamento e profonde occasioni di conoscenza reciproca, affettivamente pregnanti. Mediamente prima ci si sposava e poi ci si conosceva. Certo, c’era qualche cosa che scattava, c’era una specie di «scintilla iniziale», non serve andare ai casi dove c’erano le famiglie che organizzavano i matrimoni, no c’era una relazione personale in cui ci si sceglieva, ma anche qui i criteri in base a cui questo avveniva erano diversi da quelli odierni. Questo per dire come alcuni elementi che a noi sembrano scontati e irrinunciabili su quello che una coppia dovrebbe un po’ essere, in realtà non lo sono. Non è detto che si tratti né di cosa migliore, né di cosa più saggia.

Un esempio. Oggi i giovani vivono 7, 9, 12 anni di fidanzamento; è una cosa buona? Chi può dirlo. Fatto sta che è così! Perché prima bisogna essere laureati, poi avere trovato lavoro, poi casa, e poi dopo si può cominciare a pensarci su… Nella cultura odierna forse non si può davvero fare diversamente, ma questa è una cosa buona antropologicamente? Non lo so, ma sicuramente questo apre a tutta una serie di problemi, come ad esempio che così forse più di un bimbo o due non si possono fare. Non è una questione di cattiveria, ma proprio un fatto culturale complesso. Volevo comunque mettere in luce come molte cose che noi tendiamo a far coincidere con dei fatti antropologici, in realtà sono risultato di pressioni culturali che non sono le uniche possibili e proba­bilmente nemmeno le migliori.

Allora, nella Bibbia è un po’ la stessa cosa. Qual è il luogo dove può avvenire un incontro socialmente accettabile tra un uomo e una donna? Allora il pozzo è un pochino un luogo in cui c’è un incontro esistenziale tra maschietti e femminucce che è abbastanza libero, abbastanza fuori dalla grinfie dei papà e delle mamme e abbastanza neutro, cioè alla luce del sole. Quindi l’immagine del pozzo è un’immagine che attraversa molto la cultura biblica e tutto uno scenario di villaggio e di paese situato in una sociologia fatta un po’ così.

Ma c’è di più; il pozzo è anche l’elemento della vita in un contesto in cui l’acqua non è così disponibile. Quindi se il pozzo di un villaggio si secca, questo costituisce la sua morte, cioè il fatto che il pozzo sia sano e utilizzabile da tutti è decisivo. Capite allora quanto simbolicamente è forte il pozzo. E in più ci sono dei motivi linguistici tipici dell’ebraico, per cui il pozzo si dice con una ra­dice verbale che indica la forma di un ovale, che è la forma dell’occhio, del lago e del sesso femminile. Mettete insieme tutto questo, voi capite che parlare di questo indica qualcosa di più: la vista, l’acqua, il sesso femminile, la vita, che si mescolano insieme prendendo dei fortissimi sensi simbolici. Ecco allora perché nel Cantico dei Cantici ci sono sempre occhi, pozzi e laghi, vedete che in tutto questo c’è un forte mondo simbolico. Ancora possiamo ricordare la Samaritana e Gesù al pozzo (Gv. 4); l’incontro tra il servo e Rebecca in Gen 24; l’incontro tra Mosè e le figlie di Ietro (Es 2); le contadine in 1Sam 9,11.