Le prove familiari di Davide
di Carlo Maria Martini
(tratto da Davide peccatore e credente, Edizioni Piemme, Milano 1989, 173-174)
Le prove famigliari sono per Davide molto grandi, soprattutto verso la fine della vita. La sua famiglia, da lui fortemente amata, è vittima del prestigio regale, del desiderio del potere, delle lotte tra fratelli, delle gelosie. E Davide non riesce a tenera l unita.
È questa la più grande tragedia per il suo cuore appassionato e magnanimo, e raggiunge il culmine di fronte alla morte del figlio Assalonne. Davide ha fatto di tutto per combatterlo e per ignorare gli intrighi. Ma quando viene a sapere che è stato ucciso scoppia in lacrime: “Mio figlio Assalonne! Mio figlio! Mio figlio Assalonne! Fossi morto io invece di te! Assalonne figlio mio! Figlio mio! (2Sam 19,1 ss). Il grido del re è uno dei vertici di tutto l’Antico Testamento perché mostra come il cuore è al di sopra di tutto. Non c’è gloria di re, non c’è politica dello stato che possa valere quanto l’amore.
Ci è facile leggere in questo pianto di Davide una profezia del cuore di Gesù che dice a ciascuno di noi. Figlio mio, tu ti sei fatto male col tuo peccato e io voglio morire per te! (…)
Davide ha vissuto le sue prove con fede, con amore, con lealtà, con fiducia in Dio. Il messianismo ha le luci, le glorie, gli splendori e ha anche le ombre, le oscurità. La regalità si esercita spesso nella sofferenza, sofferenza sopratutto per gli altri, per il popolo, perché Davide soffre come re e come rappresentante, simbolo di tutto il popolo.
Isaia aiuta, meglio di ogni altro profeta, la comprensione della regalità di Gesù nella linea di Davide:
Is 53
[3] Disprezzato e reietto dagli uomini,
uomo dei dolori che ben conosce il patire,
come uno davanti al quale ci si copre la faccia,
era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima.
[4] Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze,
si è addossato i nostri dolori
e noi lo giudicavamo castigato,
percosso da Dio e umiliato.
[5] Egli è stato trafitto per i nostri delitti,
schiacciato per le nostre iniquità.
Il castigo che ci dá salvezza si è abbattuto su di lui;
per le sue piaghe noi siamo stati guariti.
Queste parole misteriose sono state scritte riflettendo sulle grandi sofferenze del popolo eletto, forse sulle sofferenze del profeta stesso, ma certamente anche pensando a Davide:
Is 53
[1] Chi avrebbe creduto alla nostra rivelazione?
A chi sarebbe stato manifestato il braccio del Signore?
[2] E` cresciuto come un virgulto davanti a lui
e come una radice in terra arida.
Non ha apparenza né bellezza
per attirare i nostri sguardi,
non splendore per provare in lui diletto.
Il virgulto è quello che spunterà dal tronco di Jesse e che germoglierà dalle sue radici; su di lui si poserà lo spirito del Signore (cf Is 11,1-2).
Esso è passato per la sofferenza e per la prova per amore del suo popolo. Il punto acquisito dalla coscienza di Israele è che il re designato dovrà attraversare la prova, che la sofferenza entra nella storia di un vero che vuole il bene del suo popolo.