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Acri
Chiesa di S. Giovanni Battista

Al ritorno dal suo terzo viaggio, dopo aver fatto scalo a Tiro ed essersi fermato nella città per una settimana e aver ritrovato i discepoli, Paolo, con Luca, salpa per Tolemaide (= Acri). Qui i due vanno a salutare i fratelli del luogo e restano con loro un giorno intero. Qui approdò Francesco d’Assisi nel 1220, dopo l’incontro con il Sultano.

I frati poi che vanno fra gli infedeli, possono comportarsi spiritualmente in mezzo a loro in due modi. Un modo è che non facciano liti o dispute, ma siano soggetti ad ogni creatura umana per amore di Dio e confessino di essere cristiani. L’altro modo è che quando vedranno che piace al Signore, annunzino la parola di Dio perché essi credano in Dio onnipotente Padre e Figlio e Spirito Santo, Creatore di tutte le cose, e nel Figlio Redentore e Salvatore, e siano battezzati, e si facciano cristiani, poiché, se uno non sarà rinato per acqua e Spirito Santo non può entrare nel regno di Dio.

(Dalla Regola non bollata di san Francesco d’Assisi, XVI)

Tradizione cristiana

Antica città marittima della costa fenicia, è già conosciuta sotto il nome di Akko in fonti scritte di epoca faraonica (circa 1500 a.C.). La parte più antica si trova su Tell el-Fukhar (“collina dei vasi di argilla”) a est della città attuale. In seguito alla conquista di Alessandro Magno (313 a.C.), l’insediamento fu rifondato accanto alla riva del mare dalla dinastia ellenistica dei Tolomei d’Egitto, ricevendone il nome di Tolemaide. Continuò a essere chiamata così durante l’epoca romana e bizantina. Una comunità cristiana vi esisteva fin dall’età apostolica, come si ricava dal racconto biblico dei viaggi di san Paolo: “Da Tiro approdammo a Tolemàide, dove andammo a salutare i fratelli e restammo un giorno con loro” (Atti 21,7). Nell’antichità cristiana fu sede vescovile e godette anche di una certa floridezza. Ma la sua notorietà è dovuta soprattutto all’importanza che assunse, come porto marittimo e sede di governo, durante il secondo periodo crociato che seguì la caduta di Gerusalemme nelle mani dell’esercito condotto da Saladino (1187 d.C.). Qui infatti tanto il re quanto il patriarca di Gerusalemme portarono la loro sede. Numerose città europee mantenevano ad Acri colonie militari e commerciali in quartieri a loro riservati, chiamati appunto dei Franchi, Pisani, Genovesi o Veneziani. Di questi quartieri rimane ancora traccia nella parte antica della città. Alla sua difesa erano preposti vari ordini militari e in particolare i cavalieri di S. Giovanni (Ospitalieri), i Templari, i Teutonici e quelli dell’Ordine di S. Lazzaro. Tra i conventi si distinguevano quelli degli ordini mendicanti, di recente fondazione, come i domenicani e i francescani, tanto del ramo maschile quanto del femminile. La presenza francescana si fa risalire al fondatore stesso, Francesco d’Assisi. Il Santo vi sarebbe approdato nell’anno 1220 dopo aver incontrato in Egitto il Sultano Melek el-Kamel e aver ricevuto da lui, per sé e per i suoi frati, una sorta di salvacondotto perché potessero liberamente visitare i Luoghi Santi. Fino alla riconquista della città ad opera delle milizie saracene (1291) ad Acri risiedettero il Ministro Provinciale della Provincia Oltremarina e il Custode di Terra Santa insieme con una sessantina di frati, i quali terminarono tutti la vita con il martirio. Soltanto nel 1620 fu possibile ristabilire una presenza francescana in città, nell’area del Khan el-Franji. Dal 1737 si aggiunse anche la chiesa di S. Giovanni Battista presso il faro, perché servisse come parrocchia ai cristiani di rito latino residenti in città.

Tratto da “Sulle orme di Gesù, guida ai santuari di Terra Santa”, Edizioni Terra Santa, Milano – pp. 73-78