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Gesù a Nazareth

di Marco Tibaldi

Dopo un primo tempo di annuncio in giro per la Galilea, la regione in cui si trova Nazareth, Gesù ritorna nel paese in cui è cresciuto. Sono molte le sue aspettative. Come tutti si aspetta il calore e la comprensione di chi ti ha visto crescere e invece deve sperimentare l’incomprensione dei suoi che non riescono a cogliere la novità della sua missione.

Dono da chiedere nella preghiera: Aprirsi alla novità portata da Gesù che vince i nostri schematismi

Mc 6,1 Partì di là e venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono. 2Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: “Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? 3Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?”. Ed era per loro motivo di scandalo. 4Ma Gesù disse loro: “Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua”. 5 E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì.6 E si meravigliava della loro incredulità.

 

  • Si mise a insegnare nella sinagoga. Gesù ripete i gesti del suo popolo, ed entra in quella sinagoga in cui anche lui per molti anni si era formato.Ora è giunta un fase nuova in cui lui restituisce quanto ha appreso sulla sua identità e sulla sua missione . Ma proprio questo fa problema ai suoi che resistono a vederlo in un modo nuovo del tutto simile ma anche del tutto diverso da loro.
  • Non è costui il falegname. Il falegname è un mestiere umile, faticoso che non dà un particolare prestigio nella società. Gesù non ha rifiutato di essere chiamato in questo modo, riscattando così tutte le esistenze e i lavori anonimi, conferendo una dignità smisurata all’attività di ogni uomo.
  • E le sue sorelle non sono tra noi? I suoi concittadini sanno tutto di lui eppure non riescono a vedere al cosa più importante. Si sono chiusi alla novità come dice S Fausti: «Non basta essere dei suoi, appartenere al suo popolo o alla sua Chiesa, saper tutto su di lui e maneggiarlo di continuo. La salvezza viene dal toccare con fede la sua carne, cioè la sua persona nella sua debolezza uguale alla nostra  » (S Fausti, Ricorda e racconta il vangelo, 185)
  • E non poteva fare nessun prodigio. I miracoli di Gesù pur avendo lui come sorgente, non possono avvenire senza il concorso dei destinatari. Gesù non vuole imporre nulla, nemmeno la guarigione, perché sa che il cambiamento che lui propone è radicale. I suoi concittadini vorrebbero trasformarlo in un fenomeno da baraccone, mentre Gesù vuole promuovere le relazioni autentiche
  • Si meravigliava della loro incredulità.  Gesù, pur conoscendo bene il cuore dell’uomo, non è un cinico e non si rassegna all’incredulità o all’ingratitudine dei concittadini. Sopportare i giudizi negativi dei suoi da cui si aspettava comprensione è parte della sua passione, è parte di quel prezzo che lui è disposto a pagare per esserci vicino.