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I verbi della creazione

Il deserto, il luogo in cui per definizione non c’è nulla, è, in realtà, una grande benedizione. Per noi che forse per la prima volta ci accostiamo ad esso è una sfida e una scommessa. Una sfida perché l’ambiente è ostile, duro, inospitale. Una scommessa perché, nel deserto, Dio ha attirato il suo popolo, come dice il profeta Osea, per farlo di nuovo innamorare di sé, proprio come un fidanzato che desidera appartarsi con la sua amata. È questa l’esperienza che andiamo cercando, avendo come guida la Parola che ci consentirà di scoprire molte cose.

In primo luogo il  deserto è un luogo adatto per poter  gustare il senso della creazione. Nel deserto infatti, nell’esperienza concreta della loro assenza o nelle rare oasi che si incontrano, si possono apprezzare meglio i tanti aspetti del mondo che ci circonda, dalle piante all’acqua, agli animali, all’altro che si trova accanto accanto a noi,  che spesso diamo per scontati.

Il deserto è poi il luogo adatto per riscoprire cosa è essenziale e cosa non lo è; è infine il luogo adatto per ritrovare, nel silenzio di tutte le cose, chi siamo veramente, ascoltando la voce di colui che ci è Padre.

Leggere e pregare la Parola nel deserto ci aiuterà quindi a riscoprire la bellezza e la bontà dei tanti doni che il creatore ci ha dato, a cominciare da quello più prezioso di tutti: la vita.

Dono da chiedere nella preghiera:

  1. La lode per i tanti doni che Dio ci ha fatto, in particolare quello di essere sua immagine e somiglianza
  2. Gustare la fantasia e la generosità del creatore

Gen 1,1-29

1In principio Dio creò il cielo e la terra.2 La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l’abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque.
3Dio disse: «Sia la luce!». E la luce fu. 4Dio vide che la luce era cosa buona e separò la luce dalle tenebre 5 e chiamò la luce giorno e le tenebre notte. E fu sera e fu mattina: primo giorno.
6 Dio disse: «Sia il firmamento in mezzo alle acque per separare le acque dalle acque». 7 Dio fece il firmamento e separò le acque, che sono sotto il firmamento, dalle acque, che son sopra il firmamento. E così avvenne. 8 Dio chiamò il firmamento cielo. E fu sera e fu mattina: secondo giorno.
9 Dio disse: «Le acque che sono sotto il cielo, si raccolgano in un solo luogo e appaia l’asciutto». E così avvenne. 10 Dio chiamò l’asciutto terra e la massa delle acque mare. E Dio vide che era cosa buona. 11 E Dio disse: «La terra produca germogli, erbe che producono seme e alberi da frutto, che facciano sulla terra frutto con il seme, ciascuno secondo la sua specie». E così avvenne: 12 la terra produsse germogli, erbe che producono seme, ciascuna secondo la propria specie e alberi che fanno ciascuno frutto con il seme, secondo la propria specie. Dio vide che era cosa buona. 13 E fu sera e fu mattina: terzo giorno.
14 Dio disse: «Ci siano luci nel firmamento del cielo, per distinguere il giorno dalla notte; servano da segni per le stagioni, per i giorni e per gli anni 15 e servano da luci nel firmamento del cielo per illuminare la terra». E così avvenne: 16 Dio fece le due luci grandi, la luce maggiore per regolare il giorno e la luce minore per regolare la notte, e le stelle. 17 Dio le pose nel firmamento del cielo per illuminare la terra18 e per regolare giorno e notte e per separare la luce dalle tenebre. E Dio vide che era cosa buona.19 E fu sera e fu mattina: quarto giorno.
20 Dio disse: «Le acque brulichino di esseri viventi e uccelli volino sopra la terra, davanti al firmamento del cielo». 21 Dio creò i grandi mostri marini e tutti gli esseri viventi che guizzano e brulicano nelle acque, secondo la loro specie, e tutti gli uccelli alati secondo la loro specie. E Dio vide che era cosa buona. 22 Dio li benedisse: «Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite le acque dei mari; gli uccelli si moltiplichino sulla terra». 23 E fu sera e fu mattina: quinto giorno.
24 Dio disse: «La terra produca esseri viventi secondo la loro specie: bestiame, rettili e bestie selvatiche secondo la loro specie». E così avvenne: 25 Dio fece le bestie selvatiche secondo la loro specie e il bestiame secondo la propria specie e tutti i rettili del suolo secondo la loro specie. E Dio vide che era cosa buona. 26 E Dio disse: «Facciamo l’uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra».
27 Dio creò l’uomo a sua immagine;
a immagine di Dio lo creò;
maschio e femmina li creò.
28 Dio li benedisse e disse loro:
«Siate fecondi e moltiplicatevi,
riempite la terra;
soggiogatela e dominate
sui pesci del mare
e sugli uccelli del cielo
e su ogni essere vivente,
che striscia sulla terra».
29 Poi Dio disse: «Ecco, io vi do ogni erba che produce seme e che è su tutta la terra e ogni albero in cui è il frutto, che produce seme: saranno il vostro cibo. 30 A tutte le bestie selvatiche, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli esseri che strisciano sulla terra e nei quali è alito di vita, io do in cibo ogni erba verde». E così avvenne. 31Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona. E fu sera e fu mattina: sesto giorno.

Punti per la meditazione

  1. “In principio” la prima parola della Bibbia e del libro della Genesi non è stata scelta a caso. In principio non significa tanto all’inizio, ma in origine, che potremmo tradurre anche con in profondità. Ciò che accade in principio è ciò che accade sempre è la realtà come Dio l’ha pensata e voluta ieri, oggi e domani. È il primo dono che Dio ci fa aprendoci il suo cuore: ci vuol far sapere come ha voluto e pensato il mondo con al suo vertice l’uomo e la donna.
  2. “Ora la terra era informe e deserta”. Chi ha scritto questi passi, per descrivere il punto di partenza della creazione aveva in mente luoghi come il deserto, in cui la terra sembra non avere forma ed in cui non c’è vita, ma solo calore e polvere. Questo luogo può essere un simbolo anche per descrivere come ci troviamo noi molte volte. Talvolta ci sentiamo come un deserto, vuoti, spenti, senza vita, avvolti in un abisso di tenebre e caos. Possono essere le preoccupazioni, le malattie, gli insuccessi, le tante occasioni in cui ci troviamo in confusione. Ebbene proprio come ha fatto “in principio” Dio anche oggi plana sul nostro caos con il suo Spirito, per non lasciarci soli ma per dire la sua parola: “Sia la luce”. Dio non ci vuole lasciare nella confusione, ma vuole illuminare la nostra vita, per mettere ordine nel caos, separando gli elementi come ha fatto nella creazione.
  3. “Dio disse”: la forza di Dio consiste nella sua parola, non ha eserciti, non è come l’imperatore del mondo elevato all’ennesima potenza. La sua è una forza mite, non violenta, che si esprime nella parola, nel Logos come dirà il prologo del vangelo di Giovanni. Anche a noi rivolge la sua parola, che parla attraverso i sentimenti che suscita nel nostro intimo: desideri di armonia, di bene, di condivisione di gioia. La sua parola è creatrice proprio perché umile e rispettoso di ogni vita.
  4. “E Dio vide che era cosa buona”: è un ritornello che si ripete lungo i giorni della creazione. Alle volte noi siamo tentati di pensare che qualcosa di noi è sbagliato, che siamo fatti male. Dio ci invita ad avere il suo sguardo sul mondo: uno sguardo di ammirazione e di benedizione. Ci invita a riscoprire la capacità di osservare, ci ammonisce a non essere dei pellegrini distratti lungo il viaggio della vita, per saper cogliere tutto ciò c’è di bello di buono e di vero.
  5. “Dio fece il firmamento e separò”. La creazione avviene attraverso un’opera di separazione, principio di ordine e armonia. Senza la separazione tra i vari elementi c’è solo confusione e indeterminatezza. Dio vuole porre ordine nel creato come nella nostra vita, aiutandoci a separare i vari elementi che la compongono.
  6. Al vertice del creato, Dio ha posto la coppia umana, l’uomo e la donna, chiamati ad essere “sua immagine e somiglianza”. A differenza di tutte le altre culture antiche, in cui l’immagine di Dio era affidata o agli astri, come il sole per gli egiziani, o agli animali considerati più potenti, come il toro o il leone, nella Bibbia Dio si affida agli esseri apparentemente più fragili di tutti: l’uomo e la donna. Con questo gesto da lui stesso definito “molto buono” ci vuol far capire molte cose. Quella più importante è che lui non è come noi talvolta ce lo immaginiamo: un sovrano potente e distaccato dal mondo. Al contrario, l’immagine più efficace per cercare di capire chi è e come ragiona è proprio l’amore tra un uomo e una donna. Un amore che è chiamato alla missione più difficile: fare armonia della diversità, senza distruggere o sottomettere l’altro, come purtroppo spesso è accaduto lungo la storia. In secondo luogo, Dio invita la coppia umana ad essere suoi rappresentanti nel creato, ad avere un rapporto positivo con i beni, a non stravolgerne l’uso. Ed infine benedice la loro unione, affidando a loro il compito affascinante di trasmettere la vita e diffondere così l’amore.
  7. Dio infine cessa dal creare, si sa riposare nel “settimo giorno”. Questo giorno in cui apparentemente non si fa nulla è quello più importante perché è il giorno in cui viene svelato lo scopo della creazione avvenuta negli altri sei. Si tratta del riposo, della festa che implica la relazione con gli altri e con il creatore. Occorre infatti ricordare, cessando dalle attività feriali,  chi è che le ha volute e perché,  altrimenti se ne smarrisce il senso e si può essere tentati di pensare di essere stati noi a creare tutto o peggio a ritenere che il creato si sia fatto da solo o per caso.