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La testimonianza di Giovanni

(riadattato da S. Fausti, Una comunità legge il vangelo di Giovanni, Vol I, EDB Ancora, Bologna Milano 2002, 30-34)

Dono da chiedere nella preghiera:

  • sentire il desiderio che anima Giovanni di incontrare il Messia di Israele

Gv 1,19-34

Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e leviti a interrogarlo: “Tu, chi sei?”. Egli confessò e non negò. Confessò: “Io non sono il Cristo”. Allora gli chiesero: “Chi sei, dunque? Sei tu Elia?”. “Non lo sono”, disse. “Sei tu il profeta?”. “No”, rispose. Gli dissero allora: “Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?”. Rispose: “Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaia”. Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: “Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?”. Giovanni rispose loro: “Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo”. Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando. Il giorno dopo, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: “Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele”. Giovanni testimoniò dicendo: “Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio”.

Punti per la meditazione

  1. vv. 22-23: chi sei cosa dici di te stesso? Non dice “io sono”, riservato nel Vangelo a Gesù, bensì: “Io, voce”. Il suo “io”, la sua identità, è essere “voce” che grida la “Parola” della quale è il testimone. Giovanni presta voce all’attesa sia di Israele, sia di tutta l’umanità in cerca della sua luce. Ogni grido di uomo che non ha cessato di sperare, trova in lui la propria voce.
  1. v. 26: io battezzo con acqua. Con il suo battesimo Giovanni intende preparare quello del Messia, che battezzerà nello Spirito (v.33). Il battesimo esprime quel desiderio di conversione e di vita nuova, che costituisce la nostra disposizione ad accogliere il dono dello Spirito. Ogni rito, di qualunque religione , se non si chiude in sé, può predisporre all’incontro con Dio.
  2. v. 27: non sono degno di sciogliere. Con queste parole Giovanni ribadisce la superiorità di colui che viene (cf. vv. 15.30). L’espressione potrebbe alludere alla legge del levirato (cf. Dt 25,5-10; Rt 4,7-9), propria del diritto matrimoniale ebraico. Significherebbe che Giovanni, come Israele, è la sposa, il cui unico sposo è e resta  il messia, che nessuno può sostituire. È  vero che morirà, ma proprio il suo sangue darà vita a un popolo numeroso e nessun altro pretendente ne prenderà il posto per suscitargli discendenza.
  3. v. 28: queste cose avvennero in Betania, al di là del Giordano. Non si tratta di Betania vicino a Gerusalemme (cf. 11,18): è al di là del Giordano, dove Giovanni battezzava (cf. 10,40). Può identificarsi con Ennòn, vicino a Salìm (cf. 3,23): Betania potrebbe essere Beth’ ennòn (=casa delle fonti). Importante è ò’indicazione “al di là del Giordano”, il fiume che segna il confine della terra promessa. Il battesimo di Giovanni ne è ancora fuori: per entrare occorre attraversare il Giordano, paragonabile al Mar Rosso (cf. Gs 4,23), con un nuovo esodo. Il suo battesimo conduce alle porte della terra e predispone ad entrare.
  4. v. 32: ho contemplato lo Spirito… La scena del battesimo di Gesù è avvenuta in precedenza, in un tempo imprecisato. Non si dice quando, forse perché in ogni tempo la Parola “si battezza” e immerge nel mondo. Giovanni, come ciascuno di noi, ha bisogno di tempo per comprendere ciò che ha contemplato nella carne della Parola, solidale con ogni carne.
    Il battesimo rappresenta la scelta fondamentale di Gesù. Egli si rivela il Figlio perché si fa nostro fratello e si immerge nella condizione comune a tutti.  È la prima immagine che Gesù ci offre del Dio che nessuno ha mai visto. Cosa significa un Dio che si mette in fila con i peccatori, ultimo della fila, solidale con noi dove noi non siamo solidali con noi stessi e ci sentiamo soli? Un Dio che accetta la condizione di limite, di peccato e  di morte, che diventa tutto ciò che noi siamo e non vorremmo essere, che è il contrario della proiezione dei nostri desideri!.. Ci si rivela un dio impensabile, scandaloso per tutti, credenti e non credenti: colui che riteniamo sopra le nuvole  è qui in terra, il puro spirito è carne, l’immortale mortale, il santo tra i peccatori, il giudice con i condannati, l’onnipotente impotente, come tutti… è  un Dio che è tutto e solo amore: è l’Emmanuele, il Dio-con-noi.