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Basilica di Emmaus
el-Qubeibeh

La tradizione raccolta e seguita dai francescani di Terra Santa colloca in questo santuario la memoria della manifestazione del Signore risorto ai due discepoli Cleofa e Simeone, in cammino da Gerusalemme a Emmaus.

Del luogo dove Gesù si manifestò dopo la risurrezione a due discepoli, di cui uno di nome Cleofa, il Vangelo precisa il nome (Emmaus), la qualifica (villaggio) e la distanza da Gerusalemme (60 stadi, secondo i migliori codici, corrispondenti a 11 km).
Nonostante queste precisazioni, in diversi tempi si sono avuti vari pretendenti al titolo di luogo autentico della Emmaus evangelica: tra questi, el-Qubeibeh ha portato attraverso gli ultimi 700 anni il rivolo della tradizione fino ai nostri giorni.

La Chiesa antica, a partire dal III secolo (Origene, Eusebio, Girolamo ecc.), identificò invece il villaggio di Cleofa con la città di Emmaus (Nicopolis, dal 70 d.C.) ricordata nella storia dei Maccabei (1Mac 3,40.57; 4,3; 9,50). Occorre notare che il nome del luogo corrispondeva senza problemi, ma la qualifica e la distanza no, sebbene si trovi in alcuni codici biblici la distanza di 160 stadi (corrispondenti a 30 km).

Nel periodo crociato (XII sec.) si ricercò un luogo alla distanza giusta da Gerusalemme e fu così proposto il castello di Fontenoid (antica Kiriat-Iearim, odierna Abu Gosh), ma la nuova localizzazione non ebbe modo di attecchire, come invece avvenne per quella di el-Qubeibeh, che rimase l’unica a partire dal sec. XIV e che anche i francescani accettarono. La situazione topografica del villaggio, collocato su una delle strade che salivano a Gerusalemme, può avere certamente influito nella scelta del luogo, così come la possibile persistenza di tradizioni popolari.

Nel 1861 il luogo fu acquistato dalla marchesa e serva di Dio Paolina de Nicolay (il cui sepolcro è nel fondo della chiesa) e donato alla Custodia di Terra Santa. Successivi scavi (1873-75; 1881-89; 1940-44) portarono al ritrovamento dei resti della basilica crociata – con la “casa di Cleofa” inserita nell’angolo nord-ovest – e di alcune case del villaggio medievale allineate lungo la via. La nuova chiesa in stile romanico (opera di fra Wendelin Hinterkeuser) fu consacrata dal beato Andrea Carlo Ferrari, arcivescovo di Milano, nel 1902.

Tratto da “Sulle orme di Gesù, guida ai santuari di Terra Santa”, Edizioni Terra Santa, Milano – pp. 109-114