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Nazaret
Chiesa di San Giuseppe

La tradizione cristiana indica a Nazaret, oltre alla basilica dell’Annunciazione, la chiesa di san Giuseppe. Questo santuario è chiamato anche della Nutrizione perché Gesù vi è cresciuto fino all’età adulta imparando il mestiere del padre.

Gesù e Maria assistono Giuseppe morente

Maria la pura, mia madre, si alzò ed entrò nel luogo dove stava Giuseppe. Io pure mi sedetti ai piedi di lui e osservavo i segni della morte che apparivano sul suo volto. Il Vecchio benedetto sollevò (il capo) verso di me e mi guardò in faccia, ma non poté parlarmi per il dolore della morte che lo attanagliava. Si lamentò a lungo. Io gli presi la mano per un’ora buona. Lui mi guardava e mi faceva segno di non lasciarlo. Misi allora la mia mano sul suo cuore. (…) Vennero allora l’angelo Michele e l’angelo Gabriele verso l’anima di Giuseppe, la presero con sé e l’avvolsero in un lenzuolo luminoso. Così egli esalò lo spirito nelle mani del mio buon Padre che lo ricevette.

(Storia di Giuseppe il falegname, 19.23)

Il fedele nutrizio e custode

Regola generale di tutte le grazie singolari partecipate a una creatura ragionevole è che quando la condiscendenza divina sceglie qualcuno per una grazia singolare o per uno stato sublime, concede alla persona così scelta tutti i carismi che le sono necessari per il suo ufficio. Naturalmente essi portano anche onore al prescelto. Ecco quanto si è avverato soprattutto nel grande san Giuseppe, padre putativo del Signore Gesù Cristo e vero sposo della regina del mondo e signora degli angeli. Egli fu scelto dall’eterno Padre come fedele nutrizio e custode dei suoi principali tesori, il Figlio suo e la sua sposa, e assolse questo incarico con la più grande assiduità. Perciò il Signore gli dice: Servo buono e fedele, entra nella gioia del tuo Signore (cfr. Mt 25,21).

Se poni san Giuseppe dinanzi a tutta la Chiesa di Cristo, egli è l’uomo eletto e singolare, per mezzo del quale e sotto il quale Cristo fu introdotto nel mondo in modo ordinato e onesto. Se dunque tutta la santa Chiesa è debitrice alla Vergine Madre, perché fu stimata degna di ricevere Cristo per mezzo di lei, così in verità dopo di lei deve a Giuseppe una speciale riconoscenza e riverenza. Infatti egli segna la conclusione dell’Antico Testamento e in lui i grandi patriarchi e i profeti conseguono il frutto promesso. Invero egli solo poté godere della presenza fisica di colui che la divina condiscendenza aveva loro promesso. Certamente Cristo non gli ha negato in cielo quella familiarità, quella riverenza e quell’altissima dignità che gli ha mostrato mentre viveva fra gli uomini, come figlio a suo padre, ma anzi l’ha portata al massimo della perfezione. Ricòrdati dunque di noi, o beato Giuseppe, e intercedi presso il tuo Figlio putativo con la tua potente preghiera; ma rendici anche propizia la beatissima Vergine tua sposa.

(S. Bernardino da Siena, “Discorso su san Giuseppe”)

Tradizione cristiana

Sappiamo dal racconto del pellegrino Arculfo (670 d.C.) che a Nazaret “erano costruite due grandi chiese, una nel mezzo della città, fondata sopra due archi, dove era edificata la casa in cui il nostro Salvatore fu nutrito… e l’altra nel luogo dove era costruita la casa in cui l’angelo Gabriele entrando presso la beata Maria e trovandola sola le parlò”. Nel XVII secolo, padre Francesco Quaresmi riferisce di un luogo “chiamato dai locali Casa e Officina di Giuseppe… dove un tempo c’era una bella chiesa dedicata a san Giuseppe”. Il luogo fu acquistato dai francescani nel 1754 e la chiesa attuale fu edificata sopra le rovine dell’antica nel 1914 da fra Wendelin Hinterkeuser.

In occasione dei lavori furono ritrovate grotte, cisterne, parti delle abitazioni primitive e una vasca mosaicata con gradini, che è probabilmente un antico bagno rituale o fonte battesimale. L’apocrifo Storia di Giuseppe il falegname narra della morte e sepoltura del padre putativo di Gesù a Nazaret, descrivendo come Gesù stesso lo assistette e confortò nel momento del passaggio da questa vita. Sappiamo anche che alcuni tra i parenti stessi di Gesù erano rimasti a Nazaret, secondo il racconto dello storico giudeo-cristiano Egesippo (II sec. d.C.), riportato nella Storia Ecclesiastica di Eusebio di Cesarea: “Della famiglia del Signore, restavano ancora i nipoti di Giuda, detto fratello secondo la carne, i quali furono denunciati come appartenenti alla stirpe di Davide”. Essi si difesero dinanzi all’imperatore Domiziano (81-96 d.C.) mostrando le mani incallite dal duro lavoro dei campi e, rilasciati, “furono posti a capo delle Chiese come martiri e insieme parenti del Signore”.

Si deve supporre che questi “parenti del Signore” abbiano avuto una parte non indifferente nella conservazione delle memorie cristiane di Nazaret.

Tratto da “Sulle orme di Gesù, guida ai santuari di Terra Santa”, Edizioni Terra Santa, Milano – pp. 31-36