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Chiesa di Sant’Anna
Piscina di Bethesda

Il sito di Bethesda ci invita alla preghiera e alla meditazione. Ognuno di noi è messo di fronte alla domanda di Gesù: «Vuoi guarire?». La cripta del santuario è dedicata alla nascita di Maria. Per circa sette secoli è stata la meta di generazioni di fedeli che sono giunti qui nel bisogno per affidare le proprie preghiere alla madre di Gesù.

Le due piscine attuali ci portano a supporre che, già in tempi antichi, in questa valle esistessero sistemi di raccolta dell’acqua. Un argine rudimentale immagazzinava l’acqua piovana che scorreva verso valle, formando un lago. In seguito, tramite una diga di 6 m di spessore, questo lago fu trasformato in un bacino artificiale di 40 x 50 m. L’acqua fu portata fino al Tempio a mezzo di un canale a cielo aperto (cfr. Is 7,3 e 2Re 18,17).

Verso la fine del III secolo a.C. fu realizzata una seconda piscina, probabilmente al tempo del Sommo sacerdote Simone (cfr. Sir 50,3). Essendo questa seconda vasca collocata a sud della diga, il canale a cielo aperto dovette essere chiuso e fu trasformato in una conduttura.

Tra il 150 a.C. e il 70 d.C. a est delle piscine sorse un importante centro di cura. Una cisterna, bagni e grotte furono predisposti per fini sanitari o religiosi. La piscina più grande divenne una cisterna, mentre piccoli canali portavano l’acqua ai bagni. Qui una folla di invalidi, banditi dal Tempio, attendevano di essere curati. Fu qui, vicino alla Porta Probatica (“delle pecore”), che Gesù, secondo Gv 5, incontrò e guarì il paralitico.

Nel I secolo d.C. la costruzione di una piscina più ampia e più vicina al Tempio, Birket Israel, fece cadere in disuso le piscine di Bethesda. Una nuova cinta muraria costruita verso nord da Erode Agrippa nel 44 d.C. impedì all’acqua di scorrere verso valle. Prima di ricoprire le piscine, i Romani costruirono una cisterna.

Tra il 200 e il 400 d.C., all’epoca di Aelia Capitolina, sorsero edifici importanti: un tempio di Asclepio o Serapide e sale a volta di fronte ad alcuni bagni. Alcuni mosaici pavimentali, affreschi, offerte votive e monete risalgono a questo periodo.

Al tempo di Giovenale patriarca di Gerusalemme (422-458) fu costruita un’ampia basilica bizantina (45 x 18 m). Le sue navate, sostenute da sette arcate, furono realizzate sopra l’antica diga e le piscine, mentre il coro ricoprì il vecchio luogo di cura. Oggi se ne possono vedere le absidi, quattro basi di colonne e il mosaico del martyrion.

La chiesa fu dedicata a “Santa Maria della Probatica”: commemorava i miracoli di Gesù e, allo stesso tempo, il luogo natale di Maria, tradizionalmente situato nell’area. La basilica fu danneggiata e in parte distrutta dai Persiani nel 614. Restaurata dal monaco Modesto, fiorì di nuovo all’epoca di Carlo Magno. Intorno al 1100 fu rasa al suolo, probabilmente dal califfo al-Hakim, e nel 1099 i crociati trovarono solo rovine. Costruirono quindi una piccola cappella a ricordo del miracolo di Gesù.

Intorno al 1130, sopra le grotte dov’era conservata la memoria della nascita della Vergine, fu eretta una grande chiesa romanica dedicata a Sant’Anna, madre di Maria, che servì da cappella per una comunità di monache benedettine. Il Saladino riconquistò la città nel 1187 e nel 1192 trasformò la chiesa in una scuola di legge coranica. La presa di Gerusalemme da parte dei Turchi (1517) significò per Sant’Anna l’inizio di un’epoca di oblio. Molti pellegrini, tuttavia, continuarono con discrezione a visitare la santa cripta.

Gli Ottomani, in segno di gratitudine per l’aiuto ricevuto durante la guerra di Crimea (1854-1856), offrirono l’edificio, ormai in stato di abbandono, alla Francia. L’architetto M. Mauss lo restaurò e condusse i primi scavi. Nel 1878 la chiesa fu affidata al cardinal Lavigerie e ai Missionari d’Africa (i “Padri Bianchi”), i quali continuarono gli scavi (che rivelarono la diga e le piscine) portando avanti nel contempo il loro programma di formazione del clero melchita. I padri domenicani dell’École Biblique misero in luce i resti della basilica bizantina e i bagni del luogo di cura.

PREGHIERA

“Irradiare Cristo” (beato John Henry card. Newman)

Gesù, aiutaci a diffondere il Tuo profumo ovunque noi andiamo.
Inondaci del Tuo spirito e della Tua vita.
Prendi possesso del nostro essere così pienamente
che tutta la nostra vita sia soltanto un’irradiazione della Tua.
Risplendi in noi e attraverso di noi
che chiunque ci avvicini senta in noi la Tua presenza.
Chi viene a noi cerchi Te e veda soltanto Te.
Resta con noi, così cominceremo a risplendere come risplendi Tu,
così da essere luce per gli altri.
La luce, Gesù, verrà tutta da Te, e nulla di essa sarà nostro.
Sarai Tu a illuminare attraverso di noi.
Fa’ che noi Ti lodiamo nel modo che piace a Te,
effondendo la Tua luce su quanti ci stanno attorno;
che noi predichiamo di Te, senza predicare,
ma con il nostro esempio, con la forza che trascina,
con il suadente influsso del nostro operare,
con l’evidente pienezza dell’amore di cui il nostro cuore trabocca.
Amen.

 

Tratto da “Sulle orme di Gesù, guida ai santuari di Terra Santa”, Edizioni Terra Santa, Milano – pp. 165-170