7° giorno Gerusalemme: via Dolorosa / quartiere armeno
“Pilato, volendo dare soddisfazione alla folla, rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso” (Mc 15,15)
La via Dolorosa è definita dalla fede: nella notte del giovedì santo i pellegrini bizantini erano soliti recarsi in processione dalla chiesa di Eleona (sul Monte degli Ulivi) al Calvario, ed entravano in città vecchia dalla porta di S.Stefano. Solo nel XVI sec. i francescani organizzarono un percorso devozionale per i pellegrini che volevano seguire le orme di Gesù a Gerusalemme.
Anche noi come gli antichi pellegrini, partendo dalla Porta dei Leoni e attraversando il quartiere arabo, visiteremo la chiesa di S. Anna e la Piscina Probatica. Da qui faremo alcune soste lungo la “Via Crucis di Gesù”: alla Chiesa della Flagellazione e al Museo Francescano; alla 7° e alla 9° stazione (dove si trova il patriarcato copto); al Monastero Russo dedicato a S. Alessandro Nevski, dove si trova una soglia che, a parere di alcuni archeologi, può essere messa in relazione con l’antica porta delle Mura di Gerusalemme che Gesù ha varcato per salire al Calvario. Finalmente raggiugeremo la Basilica del Santo Sepolcro (detta dell’Anastasis) per una visita dettagliata di tutte le sue cappelle, che ospitano le tante chiese d’oriente che nei secoli hanno vi costruito i propri altari: armeni, copti, greci, i latini e siriani.
Nel pomeriggio, passeggiata nel quartiere Armeno che prende il nome dal grande complesso del Monastero Armeno: visita (se aperta) alla cattedrale di San Giacomo il Maggiore, figlio di Zebedeo, dall’architettura energica piena di mosaici e tappeti.
La passione in Marco è descritta attraverso tanti piccoli quadri in cui Gesù incontra persone molto diverse tra loro: Giuda, le guardie, il sinedrio, Pietro, Pilato, Barabba, la folla, i soldati, Simone di Cirene, i suoi crocefissori, coloro che lo deridono, il centurione, le donne sotto la croce. Per ognuna di loro è disposto a morire, come il seme che solo se deposto nella terra può dare molto frutto. Ognuno lo accoglie come vuole (Mc 4). L’ultima parola è però l’annuncio dell’angelo alle donne: “Non abbiate paura: Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui!” (Mc 16,6)
di Francesco Rossi de Gasperis - tratto da "È risorto non è qui! Lectio sui vangeli della risurrezione", Pardes, Bologna 2008.
continua..di Joseph Ratzinger Benedetto XVI - tratto da "Gesù di Nazaret. Dall'ingresso a Gerusalemme fino alla risurrezione", Libreria editrice vaticana, 2011.
continua..Tratto da E. Castellucci, La vita trasformata. Saggio di escatologia, Cittadella Assisi 2010, 237-238.
continua..